Solidarietà sociale

"C’è l’urgente necessità di avviare un cambiamento di rotta capace di passare con decisione e convinzione dalla cultura dello scarto, prevalente nella nostra società, ad una cultura della cura."

– Papa Francesco

Fin dalla nascita, il progetto Nuovamente, impegnato nel recupero del materiale di scarto a cui si vuole dare nuova vita, ha scelto di porre la propria attenzione a quanti nella nostra società sono talvolta considerati “scarti”.

Tante le persone che si rivolgono alla Caritas Diocesana per portare i loro bisogni, le loro necessità, certamente di natura materiale; ma spesso nell’ascolto degli operatori e dei volontari emergono solitudine, condizioni di marginalità e di esclusione, fatica nell’avere spazi di attenzione e cura. Quanti, cittadini della porta accanto, si sentono scartati da un sistema che sembra premiare chi più ha, chi sta al passo coi tempi, chi appare bello, vincente, performante! Quindi per chi ha qualche problema è facile sentirsi “tagliato fuori”.

Il mondo del Carcere è, per eccellenza, un luogo abitato da “scarti”.

Condannati per crimini diversi, i reclusi vengono posti ai margini delle nostre città, per scontare giustamente la loro pena. Ma non possiamo negare il fatto che chi ha agito comportamenti illeciti, dai più piccoli ai più grandi, non riscuote la “simpatia” dei più. Quindi porre attenzione a chi vive una condizione di privazione della libertà a seguito di un reato non è facile.

Anche all’interno delle comunità cristiane, sono evidenti le fatiche nell’affrontare i temi della giustizia, nel dare credito a persone che hanno vissuto un’esperienza di detenzione: “non cambierà mai” è il pensiero comune.

"Sappiamo che costruire con le pietre scartate non è facile e che ognuno di noi ha i suoi limiti e i suoi peccati. Tutti noi. Ma la misericordia di Dio è più grande e se ci guardiamo come fratelli e sorelle Lui ci perdona e ci aiuta nell’andare avanti."

Papa Francesco

La nostra Costituzione dice chiaramente che Le pene (…) devono tendere alla rieducazione del condannato.

Spesso le condizioni di vita all’interno delle strutture circondariali, il sovraffollamento, le figure professionali che vi lavorano, decisamente sottodimensionate, rendono davvero la quotidianità dei detenuti complessa e insostenibile. E fanno sì che ci si debba occupare di più della sopravvivenza che della rieducazione. 

L’impegno di Nuovamente, dal 2005 ad oggi, è quello di collaborare con il personale interno della Casa Circondariale e con una significativa rete esterna di attori istituzionali e del privato sociale, per fornire ascolto ed accoglienza a chi è recluso e per costruire percorsi di reinserimento socio-lavorativo dei detenuti.

Negli anni sono stati realizzati alcuni percorsi formativi all’interno della Casa Circondariale, per dare strumenti spendibili nel mercato del lavoro, una volta terminato il tempo della pena.

All’interno di NM alcuni detenuti hanno la possibilità di essere accolti in tirocinio per imparare un mestiere.

In collaborazione con Caritas, vengono distribuiti vestiti e materiali di consumo, di grande utilità per chi si trova recluso e non ha reti familiari e amicali sul territorio, in grado di soddisfare le necessità primarie.

Da 5 anni operatori e volontari di NM partecipano al progetto Dimittendi, in collaborazione con operatori sanitari ed educatori degli II.PP, referenti del Comune Reggio Emilia, operatori dello sportello informativo detenuti, UDEPE di Reggio Emilia.

Finalità del progetto

In modo particolare, l’Associazione Nuovamente si occupa di interventi a bassa soglia, per la sussistenza di chi esce, per i primi giorni fuori dal carcere, fornendo indumenti, buoni pasto, sostegno economico per spese mediche. Garantisce il trasporto a chi ha necessità di raggiungere un contesto idoneo al percorso di reinserimento sociale. Inoltre si occupa di organizzare interventi di ospitalità temporanea di breve periodo presso strutture di accoglienza del territorio. Tutto questo nel pieno rispetto delle decisioni assunte all’interno dell’equipe del progetto Dimittendi.

Progetti piccoli, che riguardano un numero esiguo di persone, ma che declinano nella concretezza di gesti i temi di accoglienza e prossimità di cui Nuovamente si fa promotore.